Madre Morano a Trecastagni
Il Collegio
Nel 1881 don Giovanni Cagliero, aderendo alle richieste del cardinale Dusmet, Arcivescovo di Catania, di avere le Figlie di Maria Ausiliatrice (F.M.A.), alla direzione del Conservatorio delle vergini, stipulò un atto di accettazione con la fide-commissaria, rappresentata dall’onorevole Bonaiuto, deputato al parlamento. Il 14 settembre 1881, giunsero a Trecastagni: Sr. Maddalena Morano, come direttrice, ed altre sorelle, in un primo momento vi fu molta diffidenza, subito dopo, l’intraprendenza della Beata e l’intensa attività pastorale conquistò il cuore di tutti, giovani e famiglie. Da quel giorno, con il coinvolgimento delle suore si sono susseguite varie iniziative, perciò grandi e piccoli trovarono nel “Collegio Immacolata” un punto di riferimento, in quanto, c’e sempre pronto qualcuno ad accoglierli e ad ascoltarli con tanto amore, per formare il “buon cristiano e l’onesto cittadino” di cui parla il nostro Fondatore e Padre Don Bosco a cui fanno eco Madre Mazzarello e la Beata Maddalena Morano.
Il Collegio “Immacolata”, è un edificio settecentesco sormontato da un’elegante torretta-belvedere. Voluto dal rev. Alfio Coco nel 1711, fu destinato all’educazione delle ragazze. L’interno della chiesa a pianta ottagonale con presbiterio e atrio con cantoria è elegante e raffinato, decorato e arredato con motivi floreali e ornamentali e antiche tele. Sull’altare maggiore domina la statua della Madonna di Lourdes; lateralmente, un’elegante nicchia custodisce il simulacro di Maria Ausiliatrice. Dal 1881, infatti, l’edificio è affidato alle Figlie di Maria Ausiliatrice (suore salesiane) che ancora oggi svolgono un’incisiva azione educativa, sociale, religiosa e culturale. La prima direttrice fu la beata Sr. Maddalena Morano, inviata in Sicilia da San Giovanni Bosco.
I LUOGHI
TRECASTAGNI
Comune della provincia di Catania, Trecastagni sorge alle pendici del vulcano Etna, ed è uno dei comuni che si trovano alla quota più elevata. Il territorio è collinare ed è circondato da svariati conetti vulcanici di diversa epoca e dimensione (Monte Ilice, Monte Gorna, Monte S. Nicolò, Tre Monti, Monte Serra). La particolare conformazione del territorio circostante, caratterizzato da una forte pendenza, rende la posizione di Trecastagni particolarmente panoramica: la visuale spazia dalla estremità meridionale della Calabria fino al Golfo di Augusta, nel siracusano.
Storia
La data di fondazione di Trecastagni è incerta; i primi reperti databili sono degli inizi del XIV secolo. Anche l'etimologia del nome è incerta, e si riscontrano diverse ipotesi:
- Tres castaneae, nome dell'antico sito in cui si trovavano tre grossi castagni;
- Tres Casti Agni, ovvero "i tre casti agnelli", con riferimento ai santi martiri Alfio, Cirino e Filadelfo, compatroni del paese, che sostarono in loco durante il loro trasferimento da Messina a Lentini, luogo del martirio;
- Tria Castra, di difficile interpretazione, ma che presumibilmente fa riferimento a tre accampamenti di guerra.
I primi documenti storici (di Frà Michele da Piazza) narrano dell'invasione di Trecastagni da parte di Simone Chiaramonte, nel tentativo di scacciare il generale Artale I Alagona, il primo sostenitore degli Angioini, il secondo filo-Aragonese.
Fu sottoposto alla giurisdizione e al regime tributario del vescovodi Catania fino al 1640, quando venne venduto, insieme aViagrande, Pedara ed il titolo di principe di Trecastagni a Domenico Di Giovanni, messinese.
Nel 1667, la chiesa madre di San Nicola di Bari divenneparrocchia, con il titolo di Arcipretura; a tale data la popolazione di Trecastagni e del territorio che gli era sottoposto, in qualità di Arcipretura, era di circa 5000 abitanti.
Dopo il devastante terremoto del 1693, la popolazione crollò drasticamente, e nel 1737 al censimento risultarono presenti circa 2000 abitanti.
Nel 1710, Anna Maria di Giovanni, ultima erede del casato, sposò Don Giuseppe Alliata, principe di Villafranca, e il titolo passò quindi al casato degli Alliata.
Nel 1818, con l'abolizione della feudalità, venne costituito comune e capoluogo di mandamento giudiziario ed elettorale, con riserva di un seggio nel Parlamento Generale di Sicilia.
Tanti sono gli angoli, gli scorci, i particolari ambientali che il centro collinare offre al visitatore, oltre la serie di palazzi borghesi allineati nella varietà di stile e di forme lungo i corsi Vittorio Emanuele e Sicilia, gli agglomerati rionali contadini dalle tipiche viuzze tortuose e la masseria di monte Ilice nella quale il Verga ambientò la "Storia di una capinera". Nei locali attigui della Chiesa di Sant'Alfio, vi è una numerosissima collezione di ex-voto, interessante per lo studio del folklore e della religiosità popolare.
Festa del patrono San Nicola di Bari 6 dicembre.
Monumenti e luoghi di interesse
Architetture civili
Palazzo Principi di Giovanni
Il Palazzo dei Principi Di Giovanni fu costruito intorno alla metà del XVII secolo dal primo Principe di Trecastagni, Domenico di Giovanni. È stato acquistato dal comune verso la fine del XX secolo. Si è quindi provveduto a ripristinarne la copertura. Tuttavia gli interni sono ancora chiusi ed in attesa di restauro: il palazzo, infatti, nel corso del tempo è stato adibito a svariati usi, tra i quali carcere, caserma dei carabinieri e, addirittura, stalla.
Mulino a vento
Trecastagni conserva nel suo territorio alcuni monumenti di rilevante valore artistico. IlMulino a vento è un antico forte di avvistamento risalente ad un'epoca precedente all'invasione saracena. Durante l'epoca normanna venne riadattato a piccolo mulino a vento; tuttora all'interno è possibile vedere le macine in pietra. A partire dal XVI secolo conserva al suo interno tre cannoni, utilizzati annualmente per segnare l'inizio dei festeggiamenti in onore dei santi martiri Alfio, Filadelfo e Cirino.
Architetture religiose
San Nicola
Gran parte delle chiese di Trecastagni risalgono (o sono state ristrutturate) alla fine del XVII secolo, l'epoca d'oro dei Di Giovanni oltre che del terremoto del Val di Noto.
La chiesa madre, o matrice, dedicata a san Nicola di Bari fu costruita intorno al 1400, ma subì profonde modifiche dopo il terremoto, in particolare per quanto riguarda il campanile, non in stile con il resto della struttura. Dalla chiesa è possibile godere di un panorama mozzafiato, che spazia dalla Calabria al golfo di Augusta. Notevole è l'architettura degli interni e degli esterni, arricchiti da pregevoli lavori in pietra lavica. La chiesa si trova in cima ad una scalinata monumentale, che conduce dal sottostante Largo abate Ferrara al portale principale della chiesa.
Il campanile dei Bianchi
La Chiesa di Santa Maria della Misericordia, o dei Bianchi, risale anch'essa al 1400, ed anch'essa fu oggetto di restauro dopo il terremoto: tale restauro causò la quasi integrale perdita degli affreschi interni. Anche in questo caso il campanile è successivo alla restante struttura, e lo stile è notevolmente diverso. Pregevoli i portali esterni ed il finestrone frontale che si affaccia sul Largo dei Bianchi.
Altare Chiesa di Sant'Antonio di Padova
Il convento dei Padri Minori riformati, con annessa chiesa di Sant'Antonio di Padova, risale al 1660 e fu costruito con i fondi donati dall'allora principe e dai fedeli. Il convento e la chiesa sono stati recentemente oggetto di restauro; all'interno del convento è possibile ammirare il chiostro, con pilastri in pietra squadrata ed una grande cisterna.
Gli altari all'interno della chiesa sono in legno intagliato di pregevole fattura. Dalla chiesa è possibile accedere ad una stanzetta che era adibita all'imbalsamazione dei cadaveri. Alla destra della Chiesa si trova l'antico cimitero sotterraneo. Dopo l'unità d'Italia, il convento passò allo Stato e fu adibito ai più svariati usi (tra cui municipio, prefettura, carcere e scuola elementare).
Santuario di S.S.M.M Alfio Filadelfo Cirino
Il Santuario dei santi martiri Alfio, Cirino e Filadelfo risalente al 1662. È meta storica di pellegrinaggio dei fedeli, che giungono a Trecastagni durante tutto il mese di maggio. All'interno dei locali della chiesa è possibile visitare un'amplissima collezione di ex voto (erano 826 nel 1971 e attualmente si stimano superiori al migliaio).
Le altre principali chiese sono la chiesa della Madonna dell'Aiuto, lungo la strada che collega Trecastagni a Pedara; la chiesa di Santa Caterina, o Gaglianese, sita nell'omonimo quartiere; la chiesa diSant'Andrea, da cui prende il nome il quartiere (il più antico di Trecastagni, detto anche Bonanni); la chiesa delle Anime del Purgatorio (o Sant'Antonio abate), all'ingresso del paese per chi giunge da San Giovanni la Punta, lungo la via Vittorio Emanuele; il Conservatorio delle Vergini, o Collegio Immacolata, nei pressi della Chiesa dei Bianchi; la chiesa di Santa Maria di Tremonti, chiesa di campagna sita nell'omonima contrada; la chiesa di San Benedetto, recentemente restaurata, nei pressi del quartiere Gaglianese; l'Orfanotrofio delle Proiette, con annessa Chiesa di San Vincenzo de' Paoli, in cima alla Salita dei Saponari.
Siti Naturali
L'Etna vista da contrada Sciammaro Lupo, all'estremità nord del territorio trecastagnese
Il territorio trecastagnese, trovandosi alle pendici dell'Etna ed essendo uno dei comuni al confine tra il continuum abitato dell'area metropolitana di Catania e il territorio del Parco dell'Etna, è in gran parte non edificato, e dunque ricco di attrattive naturalistiche.
Nel territorio a nord di Trecastagni si trovano tre conetti vulcanici: in particolare il monte Ilice ed il monte Gorna sono di notevoli dimensioni. I terreni sulla parte esterna dei conetti sono coltivati a vigna o altri alberi da frutto (incluso dei castagneti per il monte Gorna). Per entrambi i monti è possibile salire in cima, in modo da poter godere del panorama, e ridiscendere all'interno degli antichi crateri, anch'essi un tempo coltivati, ma ormai abbandonati.
In passato la fossa del monte Ilice, il più grande, accoglieva anche una teleferica (esistente ancora oggi) che permetteva di trasportare i frutti dall'interno del monte alla cima dello stesso. All'esterno del monte Ilice si trova un'antica masseria nella quale Giovanni Verga ambientò il romanzo di successo Storia di una capinera.
Lungo la strada che conduce da Trecastagni alle contrade di campagna, all'altezza di monte Gorna, si trova l'Eremo Sant'Emilia, un piccolo torrione con merlatura in pietra lavica. A metà strada circa tra il monte Gorna ed il monte Ilice, lungo la stessa strada è possibile vedere la Grotta Comune, un anfratto lavico che dà il nome all'intera zona circostante.
Poco più avanti si trova la piccola Cappella dedicata ai tre fratelli martiri, di proprietà del Santuario. Di qui in avanti si trovano numerosi sentieri che si diramano in diverse direzioni. I boschi circostanti sono prevalentemente abitati da castagni, querce e lecci. Oltre una certa quota, i boschi sono interrotti dalle colate laviche che si sono succedute nel tempo.
Anche le sciare sono attraversate da vari sentieri, alcuni anche carrozzabili, che permettono di giungere fino alla strada che conduce da Zafferana Etnea al Rifugio Sapienza.
Nel quartiere del Frastucheto, così chiamato in quanto precedentemente occupato da alberi di pistacchio, tra il Corso Europa e la circonvallazione, si trova il boschetto Di Bella: la più grande, ma trascurata, area verde all'interno del centro abitato.
Manifestazioni ed attività culturali
La manifestazione più importante è, senza ombra di dubbio, la festa in onore dei fratelli Alfio, Filadelfo e Cirino, che si svolge durante tutto il mese di maggio, ed ha il suo culmine nella settimana del 10 maggio, giorno della Festività Liturgica. L'inizio dei festeggiamenti viene segnato dai ventuno colpi di cannone sparati dal Mulino a vento. Nel corso di tutto maggio, centinaia di pellegrini giungono al Santuario portando ceri, alcuni anche di dimensioni ragguardevoli. Di particolare importanza folkloristica sono l'entrata delle musiche, nel corso del quale complessi bandistici provenienti da alcuni comuni etnei attraversano le vie del paese, l'entrata dei cantanti (la sera del 9), con i tradizionali e spettacolari fuochi artificiali offerti dai vari quartieri del paese (partito S.Alfio, partito Collegiata e partito Tondo) preceduto da un concerto sinfonico al Largo dei Bianchi.
Nella nottata tra il 9 ed il 10 giungono la maggior parte dei devoti, i nudi, scalzi, vestiti di bianco e con una fascia rossa sulle spalle, recanti ceri di dimensioni proporzionate alle rispettive capacità economiche. La giornata del 10 è segnata dalla svelata dei Santi, intorno alle 9, in una chiesa colma di devoti e la successiva uscita dei Santi, intorno alle 13: in questo momento la piazza antistante al Santuario, e tutti i balconi e le terrazze che danno sulla piazza, sono pieni di devoti e curiosi venuti ad assistere ad uno spettacolo folkloristico sensazionale. Nel corso della festa, inoltre, è possibile assistere alla sfilata dei tipicicarretti siciliani.
Le altre manifestazioni si svolgono prevalentemente nel corso della stagione estiva. Tra le più note vi sono la Festa del Castagno (con esposizioni di prodotti tipici dell'intera Sicilia, in particolare prodotti e manufatti del castagno, attività primaria del paese) e il Trecastagni International Music Festival, rassegna di concerti di musica classica riproposta dal 1999.
Di rilievo è l'associazionismo teatrale[6]. Sempre in questo ambito, negli ultimi anni la stagione teatrale offerta dal Teatro Comunale ha raggiunto un rilevante spessore, grazie anche alla collaborazione con il Teatro Stabile di Catania.
Tra le altre manifestazioni religiose di rilievo vi è la festa in onore diSan Nicola di Bari, patrono della città di Trecastagni e titolare della Chiesa Madre, Arcipretura-Parrocchiale. I festeggiamenti si svolgono nel corso della prima decade di dicembre, di solito la prima domenica del mese, e culminano il giorno 6 dicembre.
La storia della Chiesa Madre è legata a quella di San Nicola e dell'antica festa che si celebrava nel lontano 1600 con sontuosità e con l'esborso di ingenti somme. Presso l'archivio parrocchiale si conserva nei "Libri d'Introito ed Esito" e nelle "Giuliane" del tempo, memoria delle spese per la festa di San Nicola: "Spisi per rotula 14 di pulviri per la festa di San Nicola e per la luminaria" (1616). "Spari di mortaretti e spese per la festa del glorioso Santo Nicolao e per cantare la Missa in musica". Si fa pure menzione, dell'adempimento del Parroco della vicina Zafferana Etnea, la cui parrocchia era filiale della Chiesa Madre di Trecastagni, che offriva come tributo una torcia accesa durante tutto il tempo della celebrazione della Messa solenne nel giorno di San Nicola. La stessa chiesa, ben visibile dal Mar Jonio, molto probabilmente è sorta come Tempio votivo dei marinai, di cui San Nicola è protettore. Alcuni studiosi (Mons. Giovanni Lanzafame, Vito Zappalà Nicolosi) asseriscono che in concomitanza della festa di maggio a Bari, per la rievocazione dell'arrivo delle reliquie da Myra, si celebrasse una ricorrenza anche a Trecastagni, durante la quale "i nudi", dei marinai in abiti succinti, venivano a ringraziare il Santo portando in dono grossi ceri. Sempre secondo tali studiosi, i "nudi" sono gli stessi che successivamente cominciarono a rendere omaggio ai SS. MM. Alfio, Filadelfo e Cirino.
I festeggiamenti, che nel corso del tempo si erano sopiti, ebbero una ripresa nel 1987, in concomitanza con il 900º anniversario della traslazione delle reliquie del Santo da Myra, in Turchia, a Bari. La festa è un momento di forte aggregazione religiosa e sociale per i cittadini e i devoti. Ha inizio l'ultima domenica di Novembre, al termine della solenne Messa Vespertina, vengono benedetti gli abiti votivi che i devoti indossano nei giorni di festa. Un momento toccante è la "Svelata" del simulacro del S. Patrono tra gli sventolii dei fazzoletti e le invocazioni: "S. Nicola Evviva!". Successivamente il simulacro viene intronizzato sull'altare maggiore. Nella Domenica più vicina al 6 dicembre si svolge la festa esterna. La mattinata è salutata dallo scampanio festoso e dagli spari di salve a cannone. Dopo la S. Messa animata dai bambini del catechismo, che offrono un fiore al Santo, la statua del S. Patrono, portata a spalla dai devoti, si affaccia dall'imponente portale della Chiesa Madre salutata dagli scampanii festosi, dal lancio di fiori e carte multicolore, in contemporanea allo sparo di mortaretti e giochi pirotecnici. Il simulacro e le reliquie dopo essere state collocate sulla "vara", iniziano la processione per le vie del paese, per fare rientro in chiesa verso le ore 13:00, dopo aver effettuato a corsa la ripida salita verso la loro chiesa: "a 'cchianata da Matrici". Momenti importanti della processione sono certamente l'omaggio floreale del Sindaco al S. Patrono e l'accoglienza della processione al suono di trombe e sparo di mortaretti presso il Largo dei Bianchi. Sul far della sera, dopo il solenne Pontificale, il simulacro di S. Nicola e le reliquie vengono portate nuovamente in processione, accompagnate dai gruppi, associazioni religiose, militari e civili. È la parte più caratteristica della festa e in un clima di raccoglimento e preghiera, la statua portata a spalla raggiunge la piazza Marconi dove, dopo la benedizione della città con la Reliquie vi è un variopinto spettacolo pirotecnico. Al rientro in chiesa il simulacro del S. Patrono viene "Velato" nella sua cameretta al grido di "S. Nicola Evviva!". Il Simulacro di S. Nicola viene esposto alla venerazione dei fedeli anche l'8 maggio nel ricordo della traslazione delle reliquie da Myra a Bari e nella solennità della dedicazione della Chiesa Madre.
Altre manifestazioni religiose
- 13 giugno: Festa di S. Antonio di Padova;
- Sabato e Domenica più vicine al 16 luglio: Festa di Maria SS. del Carmelo. La festa della Madonna del Carmelo ha inizio con la solenne Quindicina dal 1° al 15 luglio in Chiesa Madre. Giorno 16 luglio, in Chiesa Madre si svolge la Santa Messa durante la quale vengono benedetti i tradizionali "Abitini" o "Scapolari". Nel sabato e nella domenica più vicini al 16 luglio si svolge la festa esterna. Il Simulacro di Maria SS. del Carmelo, posto sul fercolo, compie un tragitto processionale lungo le vie del paese facendo una sosta al Santuario dei Santi Fratelli Martiri. Caratteristico è il Carro Mariano allestito dai giovani della Matrice; si tratta di un carro plastico dove vengono riprodotte scene animate, da personaggi viventi (bambini), della vita e della devozione a Maria SS. del Monte Carmelo.
- 15 agosto: Festa di Maria SS. Assunta;
- Ultima Domenica di agosto: Festa del Sacro Cuore di Gesù Bambino;
- Terza Domenica di settembre: Festa di Maria SS. dell'Aiuto.
“L'allegria è il mezzo indispensabile per la formazione del carattere. La vera allegria è fonte di bene.”
"Proprio in questa prospettiva ha operato Suor Maddalena Morano! Ella, la “maestra nata”, era venuta da Torino, la città di Don Bosco, con il suo spiccato talento pedagogico e il suo amore per Dio e per il prossimo. Suor Maddalena dispiegò in quest’Isola, a favore della vostra gente, un’intensa e feconda attività spirituale ed educativa. Per lunghi anni si fece una di voi, diventando modello di fedele servizio a Dio e ai fratelli. Guardate a Lei, carissimi fedeli, per meglio realizzare quel progetto apostolico e missionario che la Chiesa catanese, in tutte le sue componenti, è tesa a promuovere, ascoltando la voce dello Spirito ed operando in un comune sforzo di diligente discernimento dei “segni dei tempi”."