In cammino con i Santi

Alì Terme

Madre Morano a ad Alì

CAPPELLA DELLA BEATA MADDALENA MORANO

 

Si trova enucleata sulla parete sinistra della Chiesa annessa all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondato dalla stessa Beata Madre nel 1980.

L’accesso è preceduto da due colonne e lesene angolari in marmo giallo reale vicentino, sormontata da una archivolto semicilindrico che orienta lo sguardo verso lo spazio interno culminante sul sacello della Beata.

L’ornato della Cappella si ispira a contenuti simbolico-ascetici: le cristiane virtù vissute in sommo grado dalla Beata Madre.

Alle fiancate delle pareti laterali si snoda una teoria di archetti su pilastri foggiati con esili colonne semicilindriche, eseguite in marmo onice color miele, quasi portico dorato che si apre sul luminoso cielo della divina gloria, interpretato con specchi di marmo onice verde del Pakistan, pue essi con trasparenze chiare dalle venature policrome.

A media altezza una specchiatura in marmo rosa norvegese riveste l’intera cappella, a guida di recinto, roseto perennemente in fiore.

Foggiato sulla parete di fondo emerge il sacello in marmo rosa-arancio d’oriente che accoglie l’urna contenente le umane spoglie della Beata, con gli angeli dell’Apocalisse ai quattro angoli di essa, a sostegno del coperchio cuspidato coronato da virgulti di gigli e rose, simboleggianti le virtù della castità e della carità.

A coronamento della stessa parete sfolgora una vetrata circolare a guisa di rosone, simboleggiante l’Eucarestia, sole e sorgente vitale della intera operosità della Beata.

Alle fiancate laterali del sacello altre due vetratine verticali illustrano gli stemmi della Congregazione Salesiana e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

L’arazzo marmoreo del pavimento con lo scenografico tappeto in marmo rosso di Francia, intervallato da decori centrici e curvilinei, simboleggia il gioioso cammino della Perfezione cristiana culminante in Dio, pienezza e fine di ogni apostolico programma.

Il progetto della Cappella è opera dell’Architetto Salesiano Sacerdote Don Vincenzo Gorgone, che ne ha anche diretto i lavori.

Le opere in marmo sono state prodotte dalla Ditta Ernesto Alberghina e Figli di Caltagirone (CT), per le opere murarie collaborata dal maestro Sig. Domenico Raneri.

L’urna è stata prodotta dalla romana Fabbriceria del Sig. Remo Mansutti, su disegno del citato Architetto Don Gorgone,e gli inserti scultorei in essa collocati sono opera dello scultore Emilio Tesei di Roma.

I controsoffitti in gesso sono stati elaborati dalla Ditta Figli di Matteo Fucile di Messina.

Le opere in legno sono state fornite dalla Ditta Gaspare Ferrantelli di Alcamo (TP).

Dello scultore Giovanni Gianese di Roma sono il volto con l’intero capo e le mani congiunte in preghiera a corredo della Beata, per le opere di formatura coadiuvato dal Sig. Felice Romolo.

I LUOGHI

Alì Terme

Alì Terme è un comune litoraneo di 2.500 abitanti, situato a 9 metri s.l.m. nella Città Metropolitana di Messina, il suo territorio si estende su una superfice di 6,20 kmq.

Alì Terme sorge lungo la costa jonica ai piedi di un contrafforte montuoso del versante sudest dei monti Peloritani che si allunga sul mare e prende il nome di Capo d'Alì.
Il paese dista circa 24 km dal capoluogo.
La sua spiaggia è costituita da ghiaia fine e si svolge in direzione nord-sud.
L'insediamento di Alì sembra risalga ai greci e al 638 a.C.
La presenza delle acque termali fu probabilmente alla base della sua fondazione.
Le terme di Granata risultano già note al tempo dei romani che le apprezzavano per il potere curativo delle loro acque termali.
Anche il filosofo Cartesio parlò di queste acque ottime contro l'artrite.
Il comune si formò nel 1911 prendendo il nome di Alì Marina.
Venne soppresso e accorpato, nel 1928, con quello di Alì.
Nel 1946 riprese l'autonomia e l'antico nome di Alì Marina ma nel 1954 questo venne cambiato nell'attuale Alì Terme per sottolinearne la presenza di stabilimenti termali.
Alì Terme è situata sulla parte ionica dell'isola ed offre un litorale di grande bellezza grazie alle acque limpide e cristalline.
Il litorale offre scenari naturali di grande varietà e di sicuro interesse.
Il mare trasparente, i fondali colorati e ricchi di pesce suscitano uno stimolo in più al pescatore sportivo e una particolare attrazione agli amanti della natura e del mondo sommerso.
Nelle vicinanze di Alì Terme troviamo, a circa 25 km, Taormina, una delle più incantevoli stazioni di soggiorno d'Italia e del mondo.
Situata su una terrazza elevata, essa domina l'incantevole spiaggia sottostante mentre le fà da mirabile sfondo l'Etna, identificato nell'antichità con la fucina di Vulcano, in realtà l'Etna è una regione vulcanica attiva.
Al contrario della maggior parte dei vulcani, il suo camino scende direttamente per ben 50 km. all'interno della terra.
Per ammirare la bellezze naturali del posto si può utilizzare la ferrovia circumetnea che ad una quota tra i 700 ed i 1000 metri consente di visitare quasi tutto il fianco della montagna.
Nelle vicinanze: Giardini Naxos, Gole Alcantara, Isole Eolie, Catania, Messina.

Cenni storici

Il Paese di Alì Terme vanta un’antichissima origine. A tal proposito sono state formulate diverse tesi storiche. Alcuni studiosi sostengono che Alì vanti i suoi natali da Elide, una cittadella della Grecia. Dal manoscritto “La Storia della terra di Alì” di Padre Serafino, cappuccino e maestro di novizi del convento di Alì, così inizia la narrazione: “La colonia fondò la sua prima abitazione nella Marina di Alì, vicino al promontorio Argeno detto ‘Capo Grosso’, nella cima e sulla pianura di questo promontorio chiamato oggi Migliorvino o Mollerino. Quivi furono ritrovati i resti di quell’epoca lontana: un pavimento fatto a mosaico, mattoni antichi, resti di ossa umane, gallerie sotterranee, monete, lampade di terracotta ed altro…”.

La presenza degli antichi coloni è dimostrata anche dal ritrovamento sui due promontori Agresti e Impromile di resti di fortezze che furono costruite per difendere la vicina colonia.Questi abitanti erano però continuamente molestati dai corsari Saraceni, con invasioni e saccheggi. Così, passati molti anni, per esimersi da queste molestie, si ritirarono sopra il Monte Saturnio o Netturnio (detto in seguito Sparverio, Spaverio e infine Scuderi). Di questo monte, meraviglioso ammasso di pietra rocciosa di natura calcarea, parlano molti autori di storia sicula, fra i quali si ricorda l’Abate Vico Amico che, nel “Dizionario Topografico della Sicilia”, così lo descrive: “… Scuderio, se ne stende alquanto declive per una pianura abbondante di erbe e piante. Osservansi resti diruti, vestigia di fabbricati ed un mulino a vuoto, segno di antiche abitazioni…”.

Anche Padre Serafino racconta che nel mezzo del piano di questo monte vi era un buco tortuoso, nel quale scendevano dei curiosi attirati dal richiamo di trovare tesori. Fra questi, Giuseppe Panarello, un vecchio nivarolo, sosteneva di aver trovato una moneta di finissimo oro coniata da ambo le parti e uno spillo di ottone di circa un palmo con la testa di diamante. Quindi tutti questi ritrovamenti, alcuni dei quali sono oggi conservati nel Museo di Palermo ed altri presso famiglie Messinesi, testimoniano la presenza di quella antica popolazione, che costruì sul monte Scuderi una sontuosa città.Ma se la loro abitazione situata sopra il monte era più protetta dai soprusi, dalle violenze dalle scorrerie dei pirati, gli abitanti dovevano combattere le continue intemperie, i venti forti e le abbondanti nevi (…cfr Samperi – “Messana Naturae Prodigium”).Alla fine, abbandonato quel sito inospitale, decisero di scendere in basso, a tre miglia dal mare. Qui costruirono la terza abitazione (il presente paese), che fu chiamata Elim in onore dell’antica patria dalla quale erano partiti i loro antenati. Questo nome venne poi, col tempo, trasformato in Alì. Secondo altri storici, invece, Alì sarebbe stata fondata dagli Arabi: Alì in onore di Maometto.

Infine, se vogliamo prestar fede ad alcuni scrittori, questo nome potrebbe derivare da Ali (senza accento) poiché Monte Scuderi sembrava avere ai suoi fianchi due ali e così il paese, in suo onore, venne chiamato “Paese delle Ali”, e in seguito l’antica denominazione Ali si Trasformò in Alì (con l’accento).Infatti, a testimonianza di questo, lo Stemma di Alì Terme raffigura uno Sparviero su sfondo azzurro con le ali argentate aperte nell’atto di sollevarsi dal monte.Nel 250 a.C. il nuovo paese sorgeva alle pendici di una collinetta dal clima dolce, con numerosi caseggiati che ospitavano circa 14mila abitanti. Quando Messina fu assediata dai Cartaginesi gli Aliesi corsero in suo aiuto e, insieme, sconfissero il nemico. Ritornati al paese lo trovarono bruciato e saccheggiato dai Saraceni. Furono allora i Messinesi ad aiutare gli Aliesi a ricostruirlo e pare che in quel periodo la popolazione raggiungesse i 38mila abitanti, mantenendosi così numerosa fino al 1600.Nel 1674-78, quando Messina era in guerra con la Spagna, Alì venne di nuovo saccheggiata dai Saraceni, che qui dominarono fino al 1800.Dopo la cacciata dei Saraceni, il Conte Ruggiero fece edificare l’Abbazia di San Pietro e Paolo di Itala, concedendo al primo Abate Gelasio, in commenda, i paesi di Alì e di Itala. Così, queste due località ebbero per parecchi secoli, come Signore Temporale, l’Abate di questo Monastero.Nel 1886 i beni monastici furono soppressi e l’esteso bosco della commenda fu diviso fra i paesi suddetti.

In origine e fino al 1910 il paese si chiamava Alì Marina, per la sua vicinanza al mare. Esso era una frazione del vicino comune di Alì, situato alle falde del Colle Sant’Elena, a 450 mt slm. Con la legge n° 394 del 30 Giugno 1910 questa frazione venne distaccata dal comune originario di Alì e costituita in Comune Autonomo denominato Alì Marina, autonomia che di fatto ottenne nel 1911, diventando così anche capoluogo di Mandamento della provincia di Messina.Successivamente, a causa del crescente sviluppo turistico e balneo termale e dell’importanza assunta da questo centro divenuto sede di studi e di importanti uffici pubblici, con Regio Decreto n° 2040 del 18 Agosto 1928, l’originario comune di Alì (denominato ora Alì Superiore) venne aggregato ad Alì Marina.

Nel 1946, in virtù del D.L.L. n°181 del 22 Febbraio, il comune di Alì è stato ricostituito con la circoscrizione preesistente all’entrata in vigore del decreto sopraccitato (18 Agosto 1928), riottenendo definitivamente la propria autonomia. Allo stato attuale il territorio è ripartito in due distinte circoscrizioni: una (lato nord) appartenente al comune di Alì Superiore (posta in sede montana) e l’altra (lato sud) appartenente a questo comune marittimo avente oggi la denominazione più appropriata di Alì Terme, per effetto della legge regionale n° 250 del 31 Luglio 1954, per la presenza di acque terapeutiche famose fina dal XVIII secolo. Molte notizie, riguardo alle terme, ci vengono fornite dal manoscritto Padre Serafino “Storia della terra di Alì” che così le descrive: “…i bagni sono situati a pochi passi dal Capo Grosso (oggi Capo Alì) lungo il litorale della marina. Sono mirabilmente prodigiosi a prò di tanti ammalati bisognosi di queste cure ed anche di infermità non conosciute e stimate per ciò incurabili…”

Il chimico messinese Gioacchino Arrosto dichiarò che queste acque contenevano una tale quantità di iodio da renderle più pregiate e salutari fra le acque dell’intera isola. Le facoltà curative di queste acque furono riconosciute anche dall’Accademia di Gioenia di Catania e dal famoso geologo Cassinese Padre Barnaba La Via.Rendono pubblica testimonianza dell’efficacia e rinomanza di questi bagni anche molti scrittori antichi tra cui il Reina, che scrisse di queste acque elogiandone le qualità curative. Esistono per lo sfruttamento delle acque termali due grandi stabilimenti: uno è quello di Granata Cassibile e l’altro è quello dei Marino.Le acque delle Terme Granata Cassibile erano già conosciute in epoca remota, infatti, in prossimità dell’attuale stabilimento, esisteva un “pozzo dei miracoli” al quale si attribuivano proprietà miracolose.

Verso il 1500, la famiglia Granata iniziò lo sfruttamento di queste acque, che venivano raccolte in vasche scavate nella roccia. All’inizio del XIX secolo, dopo tre secoli e mezzo di tali attività allo stato rudimentale, la famiglia Granata (nel 1895) vendette le terme alla Marchesa di Cassibile che ribattezzò lo stabilimento “Rinomata Terme di iodio–idro–carbonico–solforose”. Infine le terme passarono ai fratelli Sterrantino.Il secondo stabilimento di proprietà del fu Sig. Giuseppe Marino, è oggi gestito dai suoi figlioli. Esso è situato un po’ a monte presso la strada ferrata e la stradale che conduce ad Alì Superiore, a poche metri dalla S.S. 114 Messina – Catania, al riparo dai rumori stradali ed ai piedi di una collinetta. Le sorgenti delle terme Marino erano famose per la loro abbondanza di iodio, utile per la cura della malattia di ricambio, della uricemia e degli stati anemici.Nel 1946, dopo vari sondaggi del terreno, venne iniziata la lutoterapia. La qualità dei fanghi minerali naturali ed i risultati terapeutici fecero sì che le sorgenti termali fossero conosciute fin dai tempi più lontani, come testimonia la lapide affissa sul muro esterno dello stabilimento termale Marino.

Quindi, grazie alla maggiore funzionalità delle terme in attività tutto l’anno, il paese godeva di un turismo continuo e di élite. Questo faceva si che ad Alì affluissero le esperienze culturali più disparate, le idee filosofiche e politiche più illuminate, gli studi scientifici e geologici più avanzati: scrittori, scienziati, dottori, letterati, pittori, notabili,… erano in passato i turisti di Alì.Oggi la situazione è completamente cambiata. Tali stabilimenti termali, infatti, sono oggi frequentati da persone che vogliono fruire delle cure termali soprattutto nei mesi estivi. Naturalmente, questo determina una differenza di afflusso turistico nel diversi mesi dell’anno. Infatti, mentre in passato i turisti affluivano ad Alì Terme tutto l’anno oggi nei mesi invernali il paese conta solo i suoi circa 3000 abitanti.

Itinerari turistici

In Alì Terme il patrimonio archeologico è molto esiguo, in quanto la formazione del Comune risale ad epoca recente. Eppure Padre Serafino nel suo manoscritto “La Storia della terra di Alì”, narra che nella Pianura di Mollerino furono trovati i resti di un’antica abitazione: un pavimento fatto a mosaico, mattoni antichi, resti di ossa umane, gallerie sotterranee, monete, lampade di terracotta ed altro. Questi resti, che probabilmente risalgono al 638 a.C., oggi si ignora dove si trovino. Sempre a detta di Padre Serafino, anche nei vicini promontori di Agresti e Impromile vi erano dei resti di fortezze costruite per difendere la vicina colonia.

Invece, ciò che rimane del patrimonio archeologico di Alì Terme è l’antica Torre Medievale, chiamata da alcuni Saracena. Situata quasi a picco nel capo di Alì, sul lato nord, la Torre, dalla struttura circolare, fu costruita nel Medioevo, intorno al 1600, per avvisare gli abitanti del vicino paese dell’arrivo dei pirati, che ancora in quei tempi impestavano i nostri mari.

Per quanto riguarda gli edifici di culto, in passato esistevano molte Chiese e molte Cappelle, a testimonianza della grande devozione degli Aliesi per i Santi. Oggi, purtroppo, a causa dei terremoti, delle guerre mondiali e, prima, dei continui saccheggi dei pirati, solo poche di queste rimangono ancora in piedi. Una delle Chiese più importanti di Alì Terme è la Chiesa di San Rocco, che risale al 1700.

La Chiesa, situata sulla via Nazionale, anticamente funzionava per il culto di quei pochi abitanti che, fino al 1800 ca., formavano la piccola frazione di Alì Marina. Essa era molto frequentata durante il periodo estivo anche dai bagnanti e veniva sovente officiata da sacerdoti forestieri che venivano in Alì per usufruire delle preziose acque termali. Man mano che la frazione andava incrementandosi, grazie anche all’installazione della strada ferrata, della Pretura Mandamentale e di vari uffici di pubblica utilità , la Chiesa di San Rocco divenne la Chiesa Madre dell’ormai numerosa frazione.

  • Dopo il terremoto del 1908 funzionò come Chiesa Baraccata e solo nel 1956 fu inaugurata la nuova Chiesa in muratura, ampliata con la sacrestia e la casa canonica, sulla proprietà degli eredi Interdonato. Tiro a SegnoAnticamente ad Alì esistevano anche diverse Cappelle, molte delle quali andarono distrutte. Fra queste ricordiamo: la Cappella di Santa Lucia, che si trova nel rione Mena; la Cappella di Santa Maria della Lettera, che era stata costruita al confine del comune di Alì con quello di Fiumedinisi, nei pressi del torrente Nizza; la Cappella di Santa Maria dell’Idria, situata vicino alla spiaggia, sempre nel suddetto rione; la Cappella privata dei Federico, che era nel palazzo di questi signori; la Cappella di Santa Maria Maggiore, che fu costruita vicino alla Torre Medievale, su di un fondo che apparteneva ai signori Guardibello; la Cappella della Madonna del SS. Rosario, che fu costruita nella pianura di Mollerino; la Cappella del Sacro Cuore di Gesù, posta all’esterno del Collegio Femminile “Maria SS. Ausiliatrice”, collegio che è diretto dalle Suore Salesiane di Don Bosco e che riveste una importanza storica: situato vicino alla spiaggia, in una posizione che lo rende uno dei più belli della Sicilia, trae la sua origine in seguito alla donazione da parte della famiglia Marini di un esteso fondo con caseggiato prospiciente sulla via Nazionale. Subito dopo la donazione, la superiora Suor Maddalena Morano inizia a far ampliare la fabbrica costruendo una casa del Noviziato ed un vasto collegio dove venivano ospitate ragazze provenienti da tutte le parti della Sicilia. La stessa Suor Maddalena Morano fece trasportare da Messina, nel 1895, i corpi dei Marini, facendoli racchiudere in due urne funerarie nell’adiacente Cappella del Sacro Cuore di Gesù.

Il Santuario situato all'interno dell'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, custodisce le spoglie mortali di Madre Maddalena Morano, proclamata beata da papa Giovanni Paolo II nell'anno del Signore 1994. Il 5 novembre 2018 il vescovo di Messina Giovanni Accolla dedica solennemente la chiesa e la eleva alla dignità di Santuario Diocesano.

 

Possono considerarsi ancora immobili di particolare interesse storico i due stabilimenti termali: le Terme Granata Cassibile, risalente al 1500 e le Terme Marino, di epoca più recente. Inoltre hanno valore storico le lapidi affisse sui muri esterni dei due stabilimenti. Si considerano patrimonio storico artistico anche i fregi della facciata del Municipio, delle Scuole Elementari, della Pretura, della Caserma dei Carabinieri e della facciata di qualche casa privata

Dove Siamo e Come Arrivare

Sede Comunale: Via Francesco Crispi, 289 Telefono: 0942-710134 Fax: 0942-710132 Codice Fiscale: 00394310833

Da Messina (33Km) ad Alì Terme via autostrada:
A18 in direzione Catania fino all’uscita di Roccalumera, SS114 in direzione Messina, passando per Roccalumera e Nizza.

Da Catania (63Km) ad Alì Terme via autostrada:
A18 in direzione Messina, fino all’uscita di Roccalumera, SS114 in direzione Messina, passando per Roccalumera e Nizza.

Da Messina (24Km) ad Alì Terme via ss114:
SS114 in direzione Catania per 24Km.

Da Catania (24Km) Alì Terme via ss114:
SS114 in direzione Messina, passando per Roccalumera e Nizza.

Casa di spiritualità Madre Morano

Casa di Accoglienza e di Ospitalità per Giovani, Gruppi Giovanili, Famiglie, Adulti che vogliono vivere un tempo di ristoro fisico e spirituale

Informazioni di contatto

Chiama 0942 715027

aliterme.isi@alice.it

 

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MADRE MORANO Beata

“L'allegria è il mezzo indispensabile per la formazione del carattere. La vera allegria è fonte di bene.”

GIOVANNI PAOLO II SAN

"Proprio in questa prospettiva ha operato Suor Maddalena Morano! Ella, la “maestra nata”, era venuta da Torino, la città di Don Bosco, con il suo spiccato talento pedagogico e il suo amore per Dio e per il prossimo. Suor Maddalena dispiegò in quest’Isola, a favore della vostra gente, un’intensa e feconda attività spirituale ed educativa. Per lunghi anni si fece una di voi, diventando modello di fedele servizio a Dio e ai fratelli. Guardate a Lei, carissimi fedeli, per meglio realizzare quel progetto apostolico e missionario che la Chiesa catanese, in tutte le sue componenti, è tesa a promuovere, ascoltando la voce dello Spirito ed operando in un comune sforzo di diligente discernimento dei “segni dei tempi”."