In cammino con i Santi

8. Una bocca per scrivere e lodare

Nino non conosce pienamente il Vangelo, non aveva mostrato mai, nel passato, un reale interesse per la Parola di Dio. Il Gruppo di preghiera gli regala una copia del Nuovo Testamento, Nino comincia la lettura, pian piano si interessa alla Parola, legge con sempre più assiduità e, come una persona affamata di un cibo che non ha mai avuto, si nutre avidamente di quel Libro che arriva come una brezza ristoratrice alla sua vita, come luce che deve guidare e illuminare il cammino, come strumento che lo condurrà a conoscere quel Gesù che ha fatto irruzione nella sua esistenza e che lentamente ed amorevolmente si prepara ad avvolgerlo, coinvolgerlo e trasformarlo, in un Suo testimone credibile di Amore.

Inizia una nuova fase nella vita di Nino, si fa guidare e illuminare dalla Parola; più tardi affermerà:”Ogni giorno che passava, in me la Gioia aumentava, mi sembrava di scoppiare. Per un anno intero leggevo dalla mattina alla sera. Ero assetato di conoscere il Signore; più leggevo e più scoprivo quanto mi amava questo Dio così buono che mi aveva sostenuto nei momenti più bui della mia vita. Mi ha quasi condotto per mano in questa dura e dolorosa vita, ora niente mi faceva paura perché la gioia che Lui mi dava era più grande della mia sofferenza e io sentivo il desiderio, il bisogno di gridare al mondo per quello che lo Spirito Santo aveva operato nella mia vita, che si può essere felici anche nella più grande sofferenza. Lui ha cambiato la mia disperazione in gioia ed ora voglio dirlo a tutti che Gesù è Gioia”.

Nino, arricchito dal grande dono ricevuto, è convinto di essere chiamato ad annunciare ai fratelli quanto è buono il Signore, le meraviglie che opera nei Suoi figli quando questi si fanno toccare il cuore e si lasciano plasmare dall’azione dello Spirito Santo che è Luce e Vita. Si sente pronto a fare qualcosa per gli altri a dover fare qualcosa per i fratelli.

Una grande occasione si presenta un pomeriggio quando alcuni ragazzi vicini di casa si trovano in difficoltà nel fare un disegno. Chiedono aiuto a Nino che, di primo acchito, si chiede cosa possa fare lui, nelle sue condizioni. Arriva un’intuizione, si fa mettere una matita in bocca e comincia a esercitarsi nel realizzare il disegno. Con grande sorpresa di tutti, il risultato è più che accettabile, si apre un nuovo mondo, dai piccoli disegni passa alla scrittura in stampatello, arriva la scrittura in corsivo, sempre più chiara, sempre più leggibile, sempre più precisa. Si allena, si esercita, arriva a scrivere in maniera chiara, scorrevole, veloce.  “Scrivevo molto meglio di quando andavo a scuola e scrivevo con le mani”, testimonierà in futuro.

Nino avverte che quell’ulteriore dono dello scrivere è un mezzo che il Signore gli affida per poterlo meglio testimoniare, per mettere nero su bianco quello che sente, quello che vive, quello che vuole gridare al mondo.

Scrive le prime poesie, seguirà un puntuale diario quotidiano, alla sua morte sono sessantanove i quaderni che Nino lascerà tra la sua eredità, pubblicazioni, articoli, una fitta corrispondenza con centinaia di persone sparse nel mondo.

 

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