In cammino con i Santi

13. Nuova espansione

A Catania nei pressi del Conservatorio delle Verginelle di S. Agata (diretto dalle FMA fin dal 1889) c’era la Regia Scuola Normale Femminile (= Istituto Magistrale), dove si formavano tutte le maestre della città e della vasta provincia. Questa aveva annesso un Convitto dove alloggiavano le ragazze le pendolari. Nel 1896, dopo una lunga agonia amministrativa, il Convitto chiude. Le studentesse non sanno più dove alloggiare. Il cardinale Francica Nava rivolge un appello urgente a Madre Morano perché apra un'opera che dia alloggio alle future maestre che tendono al disorientamento. Da Trecastagni la Madre scende a Catania per cercare una soluzione al delicato problema e il 15 ottobre affìtta una casetta in via S. Barbara e accoglie otto ragazze. Dopo qualche settimana di adattamenti, la casetta ne ospita diciotto, accudite da tre FMA.
Le domande sono molte di più, e la Madre continua le ricerche per una sede più spaziosa. Il 20 ottobre il Cardinale la riceve insieme alla direttrice del mini-convitto, suor Grillo, e le ringrazia della risposta immediata al suo appello.
Nello stesso mese di ottobre del 1896, la Madre accompagna cinque FMA che vanno ad aprire il «Collegio Maria» di Messina, con quattro classi elementari e l'oratorio festivo.
All'inizio del 1897, il pensiero costante della Madre è trovare una sede più spaziosa per le studentesse di Catania. Vengono trovati finalmente una casa e un giardino in via S. Maria dell'Aiuto. La casa viene adattata e subito aperta alle studentesse. Di anno in anno le domande aumentano, tanto che presto si sarà nuovamente allo stretto. Manca inoltre un locale e un cortile per l'oratorio. Madre Morano non si rassegna: in quel quartiere popolare e affollato l'oratorio le pare assolutamente necessario. «Cerchiamo un'altra casa vicina a questa — dice alle FMA —. Le due opere si sorreggeranno a vicenda. Ma non lasciamo le ragazzine ai pericoli della strada».
La casa (molto modesta) e il cortile spazioso furono trovati finalmente nel 1899. Il giorno dell'inaugurazione, in cortile c'erano cinquanta ragazze. Dopo un mese erano centinaia. Madre Morano (che il 21 ottobre 1898 aveva portato in via S. Maria dell'Aiuto la casa ispettoriale) scendeva regolarmente a parlare con le ragazze e a giocare con loro.
Le studentesse di Catania si accorgono immediatamente che è arrivata accanto a loro non «una superiora», ma una grande animatrice. Dal 21 ottobre hanno al loro servizio una mamma forte, che cerca per loro una casa grande e spaziosa, ma specialmente una grande solidità cristiana.
La vita delle FMA in Sicilia, intanto, si arricchisce di nuove guide. Ad Alì suor Decima Rocca fa da direttrice e maestra delle novizie. A Catania suor Baserga dirige con saggezza il Convitto di via dell'Aiuto e Madre Morano svolge il compito di visitatrice.
Il 5 marzo 1899 il parrocco di San Cosimo invita Madre Morano ad aprire anche nella sua parrocchia un oratorio. Vi si reca nel pomeriggio con tre suore. Trovano trecento ragazze! Tutte sugli undici-tredici anni. Giochi, canti, allegria. Madre Morano è felice. Salta e danza come una ragazzina (e Dio sa quanto questo le costi!). E alla fine, ecco l'ora del catechismo che incanta le ragazze. La sua proposta di fare ogni giorno di marzo una mezz'ora di catechismo è accettata con gioia. Fu questa esperienza catechistica che avviò il «movimento catechistico parrocchiale» che invaderà Catania. Teresa Comitini a tal proposito testimonia che: «…il cardinale Nava, ammirato dallo zelo di Madre Morano, affidò a lei la direzione dell'insegnamento catechistico femminile in tutte le parrocchie della città. Madre Morano lavorò per nove anni nell'opera dei catechismi parrocchiali, e le fu tanto cara che volle chiamarla "la mia opera"». L'opera dei catechismi si estese a 16 parrocchie cittadine, e dilagò in seguito anche nelle parrocchie fuori città. Madre Morano preparava le suore catechiste, le inviava nelle varie parrocchie e le andava continuamente a visitare e aiutare. Il 3 novembre 1899 con tre FMA, Madre Morano parte per Barcellona-Pozzo di Gotto (Messina) per avviare un asilo e un laboratorio gratuito per le fanciulle povere. Fu durante l’inaugurazione ufficiale dell’asilo e del laboratorio che, in quel 5 Novembre, le autorità cittadine, gli amministratori dell’opera e gli insegnanti di scuole pubbliche espressero ammirazione per questa donna straordinaria che si distingueva per disinvoltura, semplicità, affabilità, schiettezza e lealtà.
A Barcellona sr Morano volse lo sguardo non solo ai poveri ma anche a coloro che avevano una condizione più agiata. A tal proposito diceva alle suore che avrebbero portato avanti la casa: “perché non dobbiamo lavorare a favore delle fanciulle più agiate? Non hanno un’anima anch’esse come le povere? E Gesù non ha versato il suo sangue anche per redimere i ricchi? In questa cittadina, dove quasi nessuno si occupa con efficacia della salvezza delle anime, non possono le figlie di don Bosco lavorare per salvarle tutte e farle degne del paradiso?

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