“Tutto cambi perché nulla cambi”

Nuvola - Eugenio in Via di Gioia

 

Premessa: Scegliere una canzone degli Eugenio in Via Di Gioia per me è un po’ come chiedere ad un padre o ad una madre “qual è il tuo figlio preferito?”. Per questo non ho mai voluto scrivere qualcosa su loro perché scegliere una canzone vorrebbe dire fare un torto alle altre che meritano altrettanto di essere ascoltate. Però qualche giorno fa in modo molto fortuito sono riuscito a incontrarli di persona e non hanno fatto altro che confermare il perché sono la mia band preferita grazie alla loro spontaneità e leggerezza. Allora ho deciso di scrivere il commento della prima canzone che ho sentito dal vivo che è appunto Nuvola

Cos’è che fa più paura? Cos’è che davvero ci fa tremare le gambe? Cosa ci spaventa? Ora oltre scarafaggi, topi e insetti vari, una delle cose che più ci fa paura è il cambiamento. Siamo totalmente paralizzati dall’idea che le cose possano cambiare; penso ai timori di tutti quei giovani che hanno dovuto lasciare la propria città per andare all’università, o a lavorare; vorremo alle volte che tutto rimanga così; o che al massimo che “tutto cambi perché nulla cambi”. Perché cambiare vuol dire in qualche modo lasciare le proprie certezze, il proprio porto sicuro, staccarsi dalla gonna della mamma, insomma cambiare appare proprio come una rottura. Ma nonostante questo gli EIVDG (Eugenio in Via di Gioia) cantano ripetutamente di voler essere «Nuvola, vapore trasparente (…) in continuo divenire». Cambiare fa paura, ma è inevitabile; non si può restare per sempre nella stessa condizione, il cambiamento lo puoi combattere o lo puoi accettare. In questo le nuvole fanno un po’ da maestre; esse, pur non cambiano la loro sostanza, sono capaci di prendere nuove forme, di cambiare in base alle esigenze guidate dal loro amico vento che li aiuta a camminare. Nel momento in cui accetto di cambiare e di farmi guidare in questo cambiamento ecco che inizio davvero a camminare e davvero, come la canzone ripete più volte nel ritornello: «Non finire più» perché siamo esseri in continuo divenire. Detto in parole potabili: non posso rimanere per sempre un ragazzo perché Pete Pan oltre ad essere un cartone della Disney è una sindrome; crescere fa parte del gioco; la sfida è saper cambiare senza perdere se stessi, saper accettare le tappe della vita senza dimenticarsi chi si è, anzi scoprendo davvero chi sono, togliendo le maschere che mi stanno attorno «essere nudo [con le mie fragilità], non vestirmi di niente».

Pillola di Fede: «E ritornare l’ultima parte di tutto» Questo versetto torna spesso nella canzone, e devo dire che l’ho compreso a pieno grazie al passo della Genesi, in particolare Genesi 2,15 in cui viene raccontata la creazione dell’uomo. È interessante come l’uomo sia creato come “ultima parte di tutto”, egli viene dopo tutto il creato, e come ultimo fra gli ultimi gli viene chiesto di porsi al servizio del creato, Dio chiede all’umanità di prendersi cura del creato che Lui ha fatto per lui. Accettare il cambiamento vuol dire anche accettare che non siamo onnipotenti, che non tutto dipende da me (per fortuna), che “siamo nati grandi come formiche, ma ci sentiamo giganti” ma questa è un’altra “storia”.

Stefano Cortesiano SDB