Catania Ispettoria

Lettera ispettore…mese di ottobre

Un caro saluto a tutti, confratelli, giovani e laici.

L’anno pastorale 2021-22 è già avviato e man mano si va arricchendo di iniziative e percorsi che ogni realtà mette in atto per continuare la missione di Don Bosco anche in terra di Sicilia e Tunisia.

In questo mese di ottobre mi piace sottolineare 3 punti

Un primo punto riguarda la nostra devozione mariana. Ottobre è il “mese di Maria”, don Bosco ci raccomanda di confidare sempre in Lei. Per noi salesiani consacrati è raccomandato fermamente la preghiera del Rosario. Alcuni come il sottoscritto, lo pregano la sera e diventa così il coronamento della giornata che si è aperta con la meditazione della Sacra Scrittura fatta al mattino. Gli impegni assunti a partire dalla meditazione trovano nella preghiera del Rosario una sorta di verifica e luogo in cui si prega per le persone incontrate e quelle che confidano nella nostra preghiera.

Altro punto che mi piace sottolineare è quello della Missione. Domenica 24 ottobre è la giornata mondiale missionaria. Ci sono diversi modi di essere missionari, anche nei nostri luoghi ordinari in cui viviamo il nostro essere salesiani, da consacrati o laici, ognuno è chiamato ad annunciare con i “fatti di vita” la persona di Gesù, certamente con una coloritura salesiana. Un pensiero particolare ai nostri confratelli dell’Opera di Manouba – Tunis che dal 2013 ci è stata affidata dal Rettor Maggiore. Intensifichiamo i contatti con loro e magari progettiamo delle collaborazioni.

Terzo ed ultimo pensiero riguarda un compleanno speciale che celebriamo in ottobre, il 23 del mese segna la data di arrivo dei primi salesiani inviati da Don Bosco in Sicilia. Arrivarono a Randazzo proprio il 23 ottobre 1879, si sarebbero occupati della scuola presso il “Collegio San Basilio”. Erano guidati da D. Pietro Guidazio. Fu il “seme piantato” alle falde dell’Etna. Oggi noi siamo frutto di quella semina, continuiamo a tenere sempre rigoglioso l’albero della Famiglia Salesiana presente in Sicilia e Tunisia.

Un caro ed affettuoso saluto

Don Giovanni D’Andrea