Catania Ispettoria

Lettera dell’Ispettore n.44

In occasione del lancio del nuovo PEPS e della Solennità di Maria Ausiliatrice

«La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere se stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare» (Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 273).

Carissimi Confratelli,

 

diversi eventi ci hanno trovati coinvolti in queste ultime settimane che vorrei richiamare sinteticamente per rendere lode a Dio che non ci abbandona e non ci trascura, ma ci dona continuamente segni di tenerezza e di misericordia, nonostante i nostri limiti e le nostre debolezze. Il 50° dell’anniversario della croce di Nino Baglieri nella Cattedrale di Noto il 6 maggio, i 100 anni di Don Di Mauro il 16 maggio a Catania Salette e il conferimento della cittadinanza onoraria il 19 a Barcellona P.G., l’Ordinazione presbiterale di Alfredo Calderoni a Biancavilla sono tutti avvenimenti belli ed importanti che contrappuntano la nostra quotidianità e ci fanno percepire che c’è tanto bene e tanta santità nella nostra storia personale, comunitaria, ispettoriale, nella Congregazione e nella Chiesa.

In data odierna è pervenuta la lettera del Rettor Maggiore che indice il CG 28 con allegate indicazioni, tracce e norme sull’iter di preparazione al CG e dei Capitoli che si terranno nell’anno 2018/2019 in tutte le ispettorie del mondo. Don Michele vi ha inoltrato il materiale inviato dal Regolatore Don Stefano Vanoli. Il nostro sarà il 30° CI. Siamo invitati a pregare e a impegnarci per la piena riuscita, perché possiamo essere salesiani “umili, forti e robusti” come Don Bosco nel realizzare la nostra missione tra i giovani.

Dopo le due riflessioni sul primato di Dio e sul valore della fraternità, desidero soffermarmi con voi sull’importanza della missione, in vista delle attività estive e guardando in prospettiva al nuovo anno educativo-pastorale. Voglio darvi anche, come consueto, alcune informazioni circa la nostra vita ispettoriale.

Questa riflessione s’inquadra nel cammino che la Chiesa universale e le Chiese locali stanno facendo in preparazione del Sinodo dei Giovani per cui stiamo pregando, sintonizzandoci con questo momento di verifica e di riflessione che non è solo sui giovani, ma “riforma” dell’intera Chiesa perché ringiovanisca nello Spirito e sul suo volto risplenda il volto giovane di Dio.

A partire dalla Pentecoste che abbiamo celebrato domenica scorsa, ci sentiamo “marcati a fuoco dalla missione”, avvertiamo non solo di avere una missione, ma di essere missione. Ci sentiamo raggiunti, come il Buon Pastore che sente compassione (cfr. Mc 6,34) e provocati come Don Bosco alla fine dell’esistenza, dal grido di tanti giovani che attendono di essere illuminati, benedetti, vivificati, sollevati, guariti, liberati e amati in Dio. Le Memorie Biografiche riportano questa toccante testimonianza che vi invito a rileggere (vol. XVIII, pp. 533-534).

 

 

  1. Tempo di Pentecoste… tempo di servizio e di missione…

Il tempo di Pasqua fino a Pentecoste ci ha messo in contatto con il testo degli Atti degli Apostoli. Anche noi ci siamo sentiti presi dalla forza del Risorto e sostenuti dal soffio dello Spirito, immersi in una Chiesa che non si chiude, ma che si apre e si riscopre “in uscita” (EG nn. 20-46) – come ripete continuamente Papa Francesco.

Non passi inosservata la Lettera dei Vescovi di Sicilia Convertitevi (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2018), eco al grido di 25 anni fa (9 maggio 1993) lanciato dal Papa Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi ad Agrigento contro i mafiosi e la mentalità mafiosa. Di quell’appello profetico, lo stesso Pontefice ebbe a dire due anni dopo, nel suo discorso del 22 giugno 1995, rivolgendosi ai pellegrini dalla Sicilia:

 

«… sono venuto in Sicilia col desiderio di conoscervi e soprattutto per confermarvi nella fede in Cristo e confortarvi nell’impegno della carità cristiana. Sono tornato a Roma portando con me la certezza che il fuoco della fede, acceso due millenni or sono, arde ancora vivamente nelle vostre anime. In Sicilia la Chiesa vive ed opera, testimonia ed evangelizza la parola dell’amore annunciata da Cristo. Quel grido sgorgatomi dal cuore ad Agrigento, alla fine della celebrazione eucaristica nella Valle detta dei Templi, è nato dalla considerazione che la Sicilia, tanto ricca di umanità e di talento, di risorse e di fede, da troppo tempo, in vasti settori dell’opinione pubblica, viene segnata a dito e denigrata come se le organizzazioni criminose ne fossero oggi l’espressione più significativa. Quel grido è nato dalla fiducia nelle qualità umane e cristiane di un popolo illustre per il ricchissimo patrimonio di civiltà che ne caratterizza il passato e degno di rispetto per le molte sofferenze del presente, sofferenze che non sono tuttavia riuscite a fiaccarne la volontà di riscatto. Carissimi Siciliani, è giunto il momento di fare appello ad ogni sana energia. All’approssimarsi del nuovo millennio, ho invitato più volte tutta la Chiesa a compiere un coraggioso esame di coscienza, affinché la potenza e la grazia di Dio possano aprire una pagina nuova nella storia. Propongo altrettanto a voi, cari fedeli della Sicilia. Voi dovete assumervi il vigoroso impegno di proseguire nello sforzo di dare alla vostra terra un volto rinnovato, degno della cultura e della civiltà cristiana che ha segnato la vostra Isola. Questo ho voluto gridare ad Agrigento. La mafia è generata da una società spiritualmente incapace di riconoscere la ricchezza della quale il popolo di Sicilia è portatore. A voi, pertanto, oggi ripeto ciò che dissi a Catania nel corso della mia ultima Visita: “Sii felice, Sicilia. Sii consapevole della tua ricchezza e specialmente di quella, davvero inestimabile, della fede in Cristo”. Sarai libera se avrai il coraggio di schierarti consapevolmente dalla parte dell’unico Signore della storia. Cari cristiani di Sicilia, ho avuto modo di conoscere i problemi che travagliano la vostra società e le sfide che essi vi pongono. Voi avete fornito un contributo importante allo sviluppo economico, e la vostra Isola, come gran parte del Mezzogiorno, si trova oggi inserita in quel sistema avanzato che voi avete contribuito a creare. Tuttavia essa rimane priva di una congrua base produttiva locale. I vostri giovani ne pagano il prezzo in termini di disoccupazione. Occorre fare ancora dei passi per raggiungere nel progresso una vera pace sociale. Cari Fratelli e Sorelle, tali problematiche non fiacchino mai il vostro impegno umano ed evangelico. Rinnovate, pertanto, la vostra fiducia in Colui che ha vinto il mondo. Resistete alla tentazione di identificarvi ed associarvi a forze disumane ed ingovernabili, che vi umiliano nell’individualismo sterile di una mentalità angusta. Abbiate l’umile coraggio di prendere nelle vostre mani il futuro, illuminati e guidati dalla signoria di Cristo. […] Consentite a me, Successore di Pietro, di ripetervi con amore e convinzione, ma anche con intensa partecipazione al fascino e al dolore dell’esistenza d’ogni uomo e d’ogni donna, le parole di Pietro all’uomo storpio che elemosinava presso la porta del Tempio: “Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!” (At 3, 5). Cammina, Sicilia! Che il prossimo millennio ti veda protagonista umile ed attiva della tua storia nell’impegno per la giustizia e per l’autentico progresso sociale!».

 

Sulla stessa lunghezza d’onda, i nostri Pastori, dopo le riflessioni del 9 ottobre 2012 Amate la giustizia, voi che governate sulla terra, auspicano un «respiro pedagogico capace di far crescere generazioni nuove di credenti», una nuova «metodologia formativa» che generi «stili di vita coerenti al Vangelo e improntati alla giustizia e alla misericordia» (pp. 27.30). Noi salesiani intendiamo dare il nostro umile e sacrificato contributo per questa missione che tocca la nostra gente e i nostri giovani. Non vogliamo fare proclami o perderci in parole, ma impegnarci per i giovani di cui siamo “servi” come il CG 27 ci ha richiamato e il Rettor Maggiore nella lettera del 16 agosto 2017 a chiusura della Visita straordinaria:

 

«È una responsabilità di annuncio cristiano, di proposta personale decisa e forte, di accompagnamento spirituale. Una responsabilità che tocca tutta la nostra pastorale giovanile e la nostra testimonianza comunitaria. Molto si è lavorato sulla pastorale giovanile in questi anni, continuiamo così per aiutare la riflessione e la vita pastorale concreta delle comunità e delle opere».

 

Proprio oggi, trovate nel sito web ispettoriale, il PEPS, approvato dal Consiglio ispettoriale del 14-15 maggio scorso. Mentre ringrazio quanti hanno collaborato alla stesura e alla definizione contenutistica, formale e grafica, invito tutti alla lettura e alla riflessione. Prossimamente ci sarà un momento per la sua presentazione e per avviare processi di rinnovamento nelle nostre comunità e opere. Non ci venga mai a mancare l’orizzonte ecclesiale e mondiale, ispettoriale e locale, nel portare avanti la nostra missione.

Si stanno avviando le attività estive in tutte le nostre opere con un’articolata gamma di proposte di animazione culturale e ricreativa, spirituale e missionaria. Vi chiedo di prendere visione del fascicolo Estate in movimento 2018. Facciamo in modo che l’estate 2018 in preparazione all’incontro dei giovani con il Papa (11-12 agosto) e del prossimo Sinodo (3-28 ottobre), sia la vendemmia del Signore come auspicava Don Bosco per i suoi giovani.

Vi consiglio la lettura dell’esortazione apostolica Gaudete ed exultate di Papa Francesco, in particolare i nn. 25-31 che riguardano l’autentico senso della missione. Solo dalla preghiera e dal riconosciuto primato di Dio e dalla fraternità delle nostre comunità può essere originata quella propulsione missionaria che il mondo dei giovani attende, un sussulto di appartenenza gioiosa e generosa ad una Chiesa giovane e ringiovanita che sa esercitare un’autentica attrazione vocazionale… smettendo, come sovente ripete il nostro Rettor Maggiore, di piangersi addosso, rimboccandosi le maniche, aprendo il cuore e mettendoci al servizio…

 

  1. Verso una verifica che è lode, ossequio alla verità e onestà intellettuale

In preparazione alla verifica ispettoriale che si terrà a Montagnagebbia l’1 e il 2 giugno, comunico la mia sensazione della situazione ispettoriale in questo momento storico. È insieme lode, ossequio alla verità e un atto di onestà intellettuale. Non vi nascondo che a contatto con le nostre opere costato l’immagine di una Ispettoria che invecchia, ma che invecchia bene e non solo per i 100 anni di Don Rodolfo Di Mauro, ma per la passione che ancora riscontro in tanti confratelli di tutte le età. Nello stesso tempo è una ispettoria che ringiovanisce perché lo Spirito è capace di aprire una strada nel deserto e farlo inaspettatamente fiorire. Non è una rappresentazione ingenua ma la percezione che, nonostante limiti e fragilità, ci siamo e affrontiamo con coraggio le tante sfide sulla nostra formazione come cammino di purificazione e santità, sulla pastorale giovanile come consegna di sé alla missione che Dio ci ha affidato e sul fronte dell’amministrazione delle risorse che cerchiamo di custodire con stile evangelico nel nome di Don Bosco. Si potrebbe fare di più? Certo. Si potrebbe fare meglio? Certo. Ad una condizione: che ci fidiamo di Dio e ci fidiamo di più degli altri: solo così riprenderemo coraggio e avremo più fiducia in noi stessi. Sono tanti i segni di ripresa nelle nostre comunità ed opere, tanta la voglia di riprendere il cammino e riconsegnarsi al Signore Gesù e a Don Bosco. È anche vero che alcuni di noi provano fatica e difficoltà: proviamo a rincuorarli e far sentire la nostra vicinanza e il nostro aiuto. Richiamo quanto ci ha detto Don Angel a chiusura della visita straordinaria:

 

«Non “accontentiamoci” di veder ciò che “dovrebbe avvenire”, diamo forza per realizzarlo. Questo è un passaggio di grande umiltà dinanzi a Dio e a noi stessi, che ci richiede di “fidarci di Dio” e degli altri, di non recedere e non scoraggiarsi. Di compiere una stagione nuova».

 

  1. Informazioni e prossimi appuntamenti

Ecco alcuni prossimi appuntamenti in Agenda o aggiunti di recente. Sono stati ammessi al diaconato: Alberto Anzalone (ISI), Frantz Jean-Baptiste (HAI), Reval Gnanaraj (LKC), Robenson Saint Ange (HAI), Dario Spinella (ISI), Thennakoon M. Harsha (LKC). L’Ordinazione è prevista sabato 9 giugno, presso la Parrocchia S. Matteo a Giostra Messina. A presiedere sarà S.E. Mons. Paolo Urso, Vescovo emerito di Ragusa che ha guidato i ritiri mensili presso la Comunità del “San Tommaso”

Sono stati ammessi alla professione perpetua i confratelli: Antonio Coimbra (ANG), Martin Kalwiba (ISI), Jerry Mondesir (HAI), Henriques Segunda (ANG), Joao Victorino (ANG). Vi perverranno le informazioni circa luogo e data della professione perpetua.

Al momento, mentre chiedo una preghiera speciale per questi giovani confratelli, termino questa lettera proponendo la bella e profonda invocazione di Don Tonino Bello che ci apre il cuore alla missione e alla donazione completa di noi stessi:

“Signore, se ci innamorassimo di te,

così come nella vita ci si innamora

di una creatura, o di una povera idea,

il mondo cambierebbe.

Accresci la nostra tenerezza

per la tua Eucaristia,

verso la quale la disaffezione di tanti cristiani

oggi si manifesta in modo preoccupante.

Stiamo diventando aridi,

come ciottoli di un greto disseccato dal sole d’agosto.

Lascia che la nuvola della tua grazia si inchini

dall’alto sulla nostra aridità.

Signore, in te le fatiche si placano,

le nostalgie si dissolvono, i linguaggi si unificano,

le latitudini diverse si ritrovano, la vita

riacquista sempre il sapore della libertà.

Insegnaci a portare avanti nel mondo

e dentro di noi la tua Risurrezione.

Tu sei presente nel Pane, ma

ti si riconosce nello spezzare il pane.

Aiutaci a riconoscere il tuo Corpo nei tabernacoli scomodi

della miseria e del bisogno,

della sofferenza e della solitudine.

Rendici frammenti eucaristici,

come tante particole che il vento dello Spirito,

soffiando sull’altare, dissemina lontano, dilatando

il tuo “tabernacolo”.

 

Invochiamo in questo mese di maggio l’intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, su di noi, sulle nostre comunità educativo-pastorali e soprattutto sui giovani. Mentre gioiamo quando crescono in età, sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini, ci rammarichiamo e proviamo grande dispiacere per notizie su sbandamenti e su pericoli che fanno fremere il nostro cuore all’unisono con quello di Don Bosco. Ecco perché facciamo nostra la sua preghiera:

 

«O Maria Ausiliatrice, Madre benedetta del Salvatore,

validissimo è il tuo aiuto in favore dei cristiani.

Per te le eresie furono sconfitte

e la Chiesa uscì vittoriosa da ogni insidia.

Per te le famiglie e i singoli furono liberati

ed anche preservati dalle più gravi disgrazie.

Fa’, o Maria, che sia sempre viva la mia fiducia in te,

affinché in ogni difficoltà possa anch’io sperimentare che tu sei veramente

il soccorso dei poveri, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi,

la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori

e la perseveranza dei giusti». Amen!

Catania 24 maggio 2018, Solennità dell’Ausiliatrice

Don Giuseppe Ruta