Catania Ispettoria

In cammino… lettera dell’Ispettore

Lettera dell'Ispettore in preparazione alla Pasqua

Miei cari confratelli e amici della missione salesiana,

il 4 aprile celebreremo la solennità della Pasqua del Signore. Stiamo vivendo il cammino della Quaresima in preparazione alla solennità. Siamo in cammino, come del resto tutta la nostra esistenza è un cammino alla sequela del Signore.

Quando si cammina vanno considerate, mete, tappe, equipaggiamento, compagni di viaggi, imprevisti. La domanda da farci di tanto in tanto è: “Sto camminando?”, “Verso la meta prefissata?” “la strada è quella giusta?”. Il tempo liturgico della quaresima è quello giusto per fare con maggiore attenzione una revisione del nostro camminare. Sarà la seconda Pasqua “al tempo del covid”, molto probabilmente molti di noi non si aspettavamo di vivere anche questa Pasqua in lockdown, la pandemia però ci costringe a viverla così.

Siamo chiamati a vivere questa pandemia da covid che a mio avviso non è la sola, ma questa balza di più agli occhi anche per l’onda mediatica che da più di un anno ha suscitato. C’è una pandemia spirituale, una dell’emergenza educativa, una ecologica, una del mondo del lavoro, u a dell’impegno responsabile e credo anche qualche altra. Alla luce di tutto questo invito ancora una volta ad essere “Segni di speranza”. Per noi cristiani la speranza si realizza nella persona di Cristo, dobbiamo quindi essere “Segni di Cristo”, “Segni e portatori del suo Amore” come ci ricordano le nostre Costituzioni all’articolo 2.

Nel vivere le 4 settimane di ricovero in ospedale causa covid, ho potuto sperimentare nel personale sanitario lo sguardo di speranza che traspariva dagli occhi, l’unica cosa che potevi vedere visto il loro abbigliamento in tutta anticovid con mascherina e visiera. Da tutti, medici, infermieri, oss, personali pulizie, si percepiva questo, oltre allo sguardo le parole ed i gesti di delicatezza che incoraggiavano a non disperare, a non mollare. Eppure hanno anche una loro vita privata con tutte le tribolazioni e gioie che questa comporta. Ma lì, dove alcuni sono a “combattere” da un anno, non facevano trasparire nulla. Mi chiedo, ma se lor riescono perché non poterlo fare anche noi? Noi che abbiamo il “plus” della relazione con Dio che celebriamo ogni giorno?!

In questo nostro cammino di quaresima abbiamo fatto una tappa importante nella solennità di San Giuseppe, patrono secondario della Congregazione congiuntamente a San Francesco di Sales. Come ben sappiamo siamo nell’anno giuseppino cosi come ci ha indicato Papa Francesco nel pubblicare la Lettera apostolica “Patris corde – Con cuore di padre”, questo ci deve maggiormente sollecitare a vivere la nostra paternità che non sarà biologica, ma spirituale ed educativa. La figura del padre sembra essere sbiadita nella nostra società, manca un punto di riferimento che è quello del padre, che no può esser assolto vivendo il ruolo di “compagno di merenda”, di può essere compagni di un cammino da fare assieme e cosi mettere in atto l’arte di accompagnare ma come “padri” che accolgono, ascoltano, propongono e sostengono. Del resto le nostre Costituzioni all’articolo 15 ci indicano questo avendo Don Bosco come modello: “[…] Il suo affetto (del salesiano) è quello di un padre, fratello e amico, capace di creare corrispondenza di amicizia: è l’amorevolezza tanto raccomandata da Don Bosco”. Chiediamo al Signore che ci sostenga nel vivere questo ruolo.

Cari confratelli e amici, auguro a ciascuno di voi di vivere al meglio la quaresima così da poter celebrare bene la Pasqua non solo il 4 aprile di quest’anno, ma ogni giorno, divenendo così “novità di vita” per i confratelli con cui siamo chiamati a vivere condividendo la missione, con i giovani ed i meno giovani che vivono le nostre opere, per tutte quelle persone che la Provvidenza ci fa incontrare nel nostro “camminare” alla sequela di Cristo che ci ha chiamati alla consacrazione a Lui.

 

Auguri a voi ed a quanti portate in cuore

Don Giovanni D’Andrea