L'ispettore dei salesiani è stato ricoverato per 4 settimane

Don Giovanni ha battuto il Covid

La sua esperienza si trasformerà in una sceneggiatura

Ripotiamo l’articolo scritto dalla giornalista Rachele Gerace per la Gazzetta del Sud, dove si racconta l’esperienza dell’Ispettore don Giovanni D’Andrea, dopo essere risultato positivo al Covid.

 

Con l’hashtag “#positivoallavita e adesso #negativoalcovid”, l’ispettore dei Salesiani di Sicilia e Tunisia, don Giovanni D’Andre, 52 anni, ha annunciato il suo “ritorno alla vita” dopo la drammatica esperienza legata al Covid, contratto in comunità, la sede salesiana di Catania, 4 lunghissime settimane trascorse all’Ospedale “Cannizzaro, dov’è giunto sabato di Carnevale con febbre a 39,5 e una polmonite bilaterale interstiziale, per la quale si è subito reso necessario l’uso del ventilatore polmonare. “Il ritmo scandio dalle note dell’apparecchio che monitora il valore della saturazione mi ha accompagnato fedelmente durante questo tempo vissuto completamente a letto, quasi un mantra”., racconta il sacerdote, descrivendo quella “trincea” nella quale gli guardi celati dietro mascherine e visiere del personale sanitario erano la sola fonte di serenità, coraggio e speranza. fra gli angeli del reparto ha avuto anche la gioia di ritrovare l’infermiera Sonia, avuta fra i piccoli del Grest 20 anni prima e la pneumologia Agata (con la quale aveva condiviso il percorso di animazione missionaria), che durante la degenza ha creato un gruppo whatsapp con i familiari e alcuni confratelli, per aggiornali in tempo reale sul suo stato di salute.

“Mi sono reso conto che la sola cosa da fare fosse quella di abbandonarmi ai medici e ai tempi dettati dal percorso terapeutico, sul quale per privacy non mi veniva detto molto”. A parte poche parole scambiate con i compagni di stanza, qualcuno purtroppo molto più giovane di lui, lo smartphone è stato la sola “finestra sul mondo” per il religioso messinese, che descrive le tante attestazioni di affetto ricevute: “Per me c’è stata una catena di preghiera che si è diffusa in varie parti del mondo, anche in Medio Oriente”.

Dall’inizio della pandemia, nella comunità salesiana siciliana e tunisina ci sono stati 6 decessi e 25 contagi, su 180 religiosi. “Sono numeri che ci devono indurre alla prudenza e al rispetto della profilassi” ha detto don D’Andrea, preoccupato per il disagio psicologico che i giovani stanno vivendo ma speranzoso in una rinascita comunitaria. sulla sua esperienza sta scrivendo una sceneggiatura, uno spaccato ironico-realistico di questa pandemia, che presto sarà messa in scena dai giovani dell’oratorio “Maria Ausiliatrice” di Valle degli Angeli a Provinciale.