Torino - Valdocco

Da Valdocco alla Colonia Don Bosco per scrivere il nuovo libro su don Bosco

Presentazione del nuovo romanzo sulla vita del santo sociale conosciuto in tutto il mondo

Lo scorso 06 febbraio presso il Centro Valdocco di via Maria Ausiliatrice, i membri della famiglia salesiana, i simpatizzanti della figura di don bosco e gli estimatori dello scrittore Fabio Geda, si sono dati appuntamento alla presentazione dell’ultimo libro riguardante la vita di don Bosco.

Ad intervenire sono stati Stefano Gorno (formatore CNOS-FAP e Attore), Don Guido Errico (Direttore della Comunità Maria Ausiliatrice Casa Madre dei Salesiani di don Bosco), Chiara Canonici (responsabile della Libreria Valdocco), Ivan L’Abbate (Formatore CNOS-FAP Rebaudengo e Nino Gentile (responsabile della comunicazione CNOS-FAP).

Il letterato torinese di 46 anni nato e cresciuto a Torino, che ha respirato l’aria e lo spirito dei Salesiani prima da studente all’Istituto Agnelli, poi da educatore all’oratorio San Luigi di San Salvario, nel suo ultimo libro intitolato «Il demonio ha paura della gente allegra. Di Don Bosco, di me e dell’educare» pubblicato dall’editrice Solferino, sottolinea l’importanza della figura di don Bosco quale educatore gioioso dei giovani.

Egli afferma che non è stato soltanto l’uomo degli oratori, ma un educatore che ha cambiato il volto della città di Torino, l’ha resa un luogo accogliente, un buon posto in cui crescere i propri figli. Don Bosco va nelle carceri, negli ospedali, in mezzo ai poveracci, agli emarginati, «per toccare quanto è grande la miseria degli uomini».

«Le sue visioni hanno davvero raggiunto tutti gli angoli della Terra. Si è inventato dal niente il contratto di apprendistato, le società di mutuo soccorso, scuole e dormitori serali».

Il romanzo racconta l’uomo, il suo carisma, la sua azione pastorale in un contesto storico segnato dal Risorgimento italiano.

Per scrivere questo libro l’autore ha studiato per più di un anno le cronache dell’epoca, gli scritti del santo, ha visitato i suoi luoghi e si è recato in Sicilia alla Colonia Don Bosco, diventata un centro di prima accoglienza per i migranti.

Egli è rimasto colpito dall’accoglienza di questi luoghi espressa dall’immagine del santo che sorride dalle pareti degli edifici e la scritta «Benvenuto» in tutte le lingue del mondo. In altre occasioni ha dichiarato che «Se Don Bosco vivesse in questi tempi starebbe di sicuro qui, tra i porti del Mediterraneo, insieme a tutti i cooperatori».